Nell’attuale scenario pandemico le persone con demenza devono essere protette e supportate in modo mirato, così come gli operatori e i caregiver che le assistono
In Italia oltre un milione di persone sono affette da demenza. Di queste, circa il 60% soffre del morbo di Alzheimer e per la gran parte si tratta di individui con un’età superiore agli 80 anni. Nell’emergenza COVID-19 queste persone rappresentano una categoria a rischio, sia per la difficoltà nel seguire le indicazioni igienico-sanitarie a salvaguardia della propria e altrui salute, sia perché, nel circa 20% dei casi, esse risiedono in strutture residenziali dove il virus circola in misura elevata. Sono malati inoltre che hanno un rischio maggiore di esiti sfavorevoli, anche mortali, per effetto della frequente presenza di patologie croniche concomitanti.
Questo quanto emerge da un recente rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità dal titolo “Indicazioni ad interim per un appropriato sostegno alle persone con demenza nell’attuale scenario della pandemia di COVID-19. Versione del 23 ottobre 2020” (Rapporto ISS COVID-19 n. 61/2020). Tavolo per il monitoraggio e implementazione del Piano Nazionale delle Demenze”. **
La sicurezza degli operatori sanitari e dei caregiver
L’obiettivo del Rapporto è fornire ai professionisti sanitari e socio-sanitari e ai caregiver una serie di indicazioni pratiche per prevenire il contagio e assistere nel modo più appropriato la persona loro affidata, contribuendo così a ridurre l’impatto della pandemia in corso su questi pazienti e sulle loro famiglie e a prevenire il rischio di forme di isolamento.
Altro obiettivo del rapporto è creare uno strumento per migliorare il livello di comunicazione tra tutti gli operatori coinvolti nella rete assistenziale, le persone con demenza e i loro caregiver. Il maggior carico richiesto a operatori e famiglie dovrebbe corrispondere ad un adeguato sostegno da parte delle istituzioni nazionali e locali, sia in termini economici che di risorse umane.
Ovviamente le indicazioni pratiche riportate nel rapporto devono essere modulate in relazione all’andamento della pandemia in corso e con riferimento agli scenari epidemiologici riportati nel documento “ Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”, nonché alle specifiche indicazioni regionali.
Assistenza domiciliare alla persona con demenza (pag.14 e segg. del Rapporto)
Le indicazioni per il rischio di contagio mentre si supporta, come caregiver, la persona con demenza in contesto domiciliare, sono le stesse impartite dal ministero della Salute sin dal 31 gennaio dello scorso anno.
L’utilizzo della mascherina chirurgica per i caregiver di persone con demenza non è obbligatorio laddove possa influenzare il rapporto con la persona di cui ci si prende cura, che può essere esentata anch’essa dall’uso della mascherina (DPCM 13 ottobre 2020). Rimangono valide le regole di un’accurata igiene delle mani dell’assistente e dell’assistito, della sanificazione di tutte le superfici della casa toccate abitualmente; la limitazione ove possibile delle visite di estranei, che devono avvenire con le precauzioni già note; l’igienizzazione degli indumenti; la ventilazione degli ambienti domestici. E’ consigliato inoltre annotare e tenere a portata di mano recapiti dei servizi sanitari (es. MMG, servizi di guardia medica, servizi di assistenza domiciliare, numero verde regionale) da contattare in caso di necessità. Il rapporto contiene anche altre misure generali e specifiche, da osservare fuori casa.
Assistenza alla persona con demenza in contesto semiresidenziale e residenziale
Per garantire il benessere psicosociale dei residenti e degli operatori può essere necessario valutare adattamenti che comportino una riorganizzazione del servizio, anche in termini strutturali, e una riprogrammazione delle attività, (pag. 23 del Rapporto). Appare inoltre opportuno potenziare l’attività di triage per gli utenti attraverso l’alleanza medico/caregiver utile ad attingere quante più informazioni possibili sul soggetto in carico alla struttura e su eventuali conviventi con sintomi attribuibili a Covid-19.
Per quanto concerne invece la riduzione del numero degli utenti al giorno, questa va modulata in base sia alle caratteristiche strutturali del Centro che alla possibilità di trasporto da casa al Centro e viceversa, al fine di mantenere attive le misure di prevenzione. In base alle caratteristiche degli utenti può essere prevista la loro presenza a rotazione per favorire la partecipazione alle attività per un maggior numero di persone con un ampliamento delle fasce orarie di apertura (mattina e pomeriggio) secondo le preferenze manifestate dai familiari.
Va garantita l’organizzazione degli utenti in micro gruppi, con possibilità di svolgere le attività per tutta la giornata, anche se con frequenza non giornaliera che viene eventualmente integrata da accessi domiciliari, o prestazioni da remoto, che consentano il perseguimento degli obiettivi del piano assistenziale.
Qualora la situazione clinica e la presenza di disturbi del comportamento non renda percorribile l’uso di DPI da parte dello o degli utenti, vige la possibilità di non indossare la mascherina di protezione che però deve essere utilizzata dagli operatori.
Gli adattamenti organizzativi strutturali sono a carico dei responsabili della strutture residenziali e semiresidenziali che devono provvedere a rispettare e far rispettare le disposizioni vigenti, aggiornate via via da norme circolari e ordinanze, per fronteggiare l’emergenza epidemiologica in corso.